Questo libro è per gli
umanisti curiosi, che pensano di poter dare un contributo importante - con
l'informatica - nel mondo del lavoro, in particolare in quei settori dove
l'informazione è la prima risorsa e la comunicazione vitale. Non è vero che chi
ha studiato Lettere e Filosofia (o un'altra disciplina umanistica) non ha
attitudini "tecnologiche", perché l'informatica, a qualsiasi livello,
è traducibile in un linguaggio. E l'umanista, forte degli anni passati a
studiare documenti e lingue definite dal migliore computer in circolazione - il
cervello umano - può facilmente comprendere e utilizzare questi linguaggi.
Basta cambiare approccio e andare all'essenza della tecnologia, cominciando a
studiare la sintassi delle lingue (codici e protocolli) delle macchine, che per
quanto sofisticate non raggiungono la complessità della mente umana. Fatto
questo la differenza la fa solo l'esperienza.
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