Siamo sicuri che la rivoluzione
digitale ci abbia reso più liberi? O abbiamo nuovi padroni, e non ce ne siamo
neanche accorti? Ce lo racconta Federico Rampini in questo suo nuovo libro
illuminante. Il motto di Google è “Don’t be evil”, “Non essere cattivo”.
Sembrava un simpatico slogan progressista quando Brin e Page erano due ragazzi
intraprendenti che avevano messo su una bella azienda. Oggi Google è un
gigante, conosce tutte le informazioni del mondo, comprese le nostre email, le
nostre amicizie, le nostre passioni – e il suo motto comincia ad assumere una
sfumatura minacciosa. Federico Rampini ha vissuto nella Silicon Valley nei
primi tempi della new economy e ha sempre seguito con attenzione i temi del
digitale e della rete. Ma quello che una volta sembrava contenere in sé i semi
di una nuova economia, più favorevole al consumatore e più competitiva, e di
una nuova società, più aperta e informata, oggi si presenta ai suoi occhi in
modo molto diverso. Ormai siamo tutti connessi, sempre, e la nostra attenzione
è diventata sempre più superficiale, la nostra vita sempre più multitasking, la
nostra privacy sempre più esposta allo sguardo virtuale di amici e non solo.
Mentre Facebook utilizza foto, testi, ricordi, emozioni dei suoi milioni di
utenti per poterli vendere sempre meglio ai pubblicitari e alle società di
marketing, Amazon minaccia non solo le librerie, ma gli editori stessi (e nei
suoi magazzini le condizioni di lavoro sono molto discusse) – e intanto i
cosiddetti “nativi digitali” vivono in un mondo dominato da “app” che sembrano
poter colonizzare ogni aspetto della loro vita. I giganti del web sembrano non
porsi limiti nella loro corsa alla supremazia: vogliono mappare tutte le
informazioni del mondo, connettere tutte le persone del mondo, essere il
negozio unico per tutto il mondo, occupare il tempo libero di tutti. Ma
possiamo permettere che tutto sia nelle mani di pochissimi? Che le nostre vite
intime, professionali, politiche siano affidate alle grandi aziende digitali? E
che succederebbe se dovessimo scoprire che alcune di loro sono diventate
davvero cattive?
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